A cura di Ewa Jagiela
Per diversi di noi parlare di tempo significa far riferimento a scenari dove tutto è in movimento, tutto scorre, tutto si trasforma, invecchia, si perde in una corsa inarrestabile verso la fine di un qualcosa. Viviamo in un costante cambiamento, in costante evoluzione, immersi in abitudini stressanti. Nella modernità, gli attori sociali, hanno sempre più l’impressione che il tempo stia loro sfuggendo, scivolando, che sia troppo breve. Uno dei principali problemi delle nostre giornate è la mancanza di tempo. Quante volte, svegliandoci la mattina, siamo presi dall’ansia delle molteplici cose che dobbiamo fare nel corso della giornata? Il mondo moderno è noto per la sua frenesia.La giornata tipo di ognuno di noi è colma di cose da fare: dagli appuntamenti di lavoro agli impegni personali. L’uomo della società occidentale, infatti, vive in base ai tempi ben scanditi dall’esterno come gli orari di scuola prima e di lavoro dopo, del traffico, dei mezzi di trasporto, delle scadenze imposte che, si impongono nella nostra quotidianità a scapito dei bisogni dell’individuo e del tempo da dedicare alle attività piacevoli. Il mondo sembra essere una giostra manovrata dal tempo. La corsa contro il tempo per essere efficienti, attivi e veloci ci porta spesso a reagire di fronte alle circostanze della vita in modo rapido, rispondendo solo alle urgenze (De Luca K., Spalletta E., 2011).
Nel suo trascorrere condiziona la vita quotidiana, in modo conscio o inconscio, ed è elemento costitutivo dell'identità di ciascuno di noi. Può trattarsi di volta in volta di un tempo sospeso, come nel sogno, o frammentato, come nella memoria lacerata di chi soffre di malattie mentali, può essere un tempo della noia, per chi si sente paralizzato nel presente, o quello della nostalgia di chi volge lo sguardo al passato, o ancora dell'attesa di chi guarda avanti, al futuro (Borgna E., 2015).
È una dimensione con la quale noi tutti conviviamo ogni momento. Per la nostra realtà nulla ci è più misterioso e sfuggente del tempo. Esso ci appare come la forza più grande e inarrestabile dell’universo.
Molti filosofi, scienziati, poeti e artisti hanno cercato di dare una qualche risposta a quello che è uno dei grandi interrogativi irrisolti dell’uomo.
Nel VII secolo Sant’Agostino nelle SueConfessionidiceva (Sant'Agostino, 1990):
“se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so.Tuttavia con sicurezza affermodi sapere che, se nulla passasse, non ci sarebbe il passato, se nulla avvenisse, non ci sarebbe il futuro, se nulla fosse, non ci sarebbe il presente. Ma i due tempi, passato e futuro come possono essere, se il passato non è più e il futuro non è ancora? D’altra parte, se il presente fosse sempre presente e mai morisse nel passato, non sarebbe tempo, ma eternità. Ma se il presente è tempo soltanto perché fluisce nel passato, come possiamo dire che è? Perché è, soltanto perché cesserà di essere. Cosi possiamo affermare che il tempo è soltanto in quanto tende verso il non essere”.
Oggi, il Dizionario Treccani definisce il tempo come l’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (per cui essi avvengono prima, dopo, o durante altri eventi), vista di volta in volta come fattore che trascina ineluttabilmente l’evoluzione delle cose (lo scorrere del tempo) o come scansione ciclica e periodica dell’eternità, a seconda che vengano enfatizzate l’irreversibilità e caducità delle vicende umane, o l’eterna ricorrenza degli eventi astronomici; tale intuizione fondamentale è peraltro condizionata da fattori ambientali(i cicli biologici, il succedersi del giorno e della notte, il ciclo delle stagioni, ecc.) e psicologici (i vari stati della coscienza e della percezione, la memoria) e diversificata storicamente da cultura a cultura (Dizionario Treccani, 2009).
In generale, quindi, il tempo può essere definito come la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi ed include la distinzione tra passato,presente e futuro. Il passato è un ricordo, derivato dalla memoria del vissuto; il presente una comprensione, una lettura del reale secondo il “linguaggio dei valori” adottato dal soggetto al momento della percezione; il futuro una previsione, una proiezione dei costrutti intellettuali, sia razionali sia passionali, da cui spesso ci si lascia guidare.
Le differenti concezioni umane del tempo servono ai vari scopi che gli individui si prefiggono: in alcune situazioni il tempo può essere vissuto come un continuum spazio-temporale, in altre come una pura funzione percettiva non misurabile. La contrapposizione delle diverse concezioni culturali del tempo è dovuta al fatto che si attribuisca un significato al suo trascorrere considerato come indicatore sociale (De Luca K., Spalletta E., 2011).
Il pensiero classico definiva due livelli temporali facendoli interagire (Armano L., 2018):
Il primo livello era quello del tempo suggerito dalla percepibilità del movimento: un tempo quindi oggettivo, ciclico, degli anni, delle stagioni, dei ritmi della vegetazione; era il tempo del divenire del mondo, dominato dal caso e dalla mancanza di senso;
Il secondo livello postulava invece l’eternità,come astrazione assoluta nella quale si cercava di fermare il tempo, di trovare un senso all’assurdo dell’esistere.
Nell'Antica Grecia il tempo era percepito in tre modi diversi e aveva altrettanti nomi (De Luca K., Spalletta E., 2011):
Aion: è il “sempre”, la durata senza limiti, priva di passato e futuro;
Chronos: è il tempo inteso come grandezza misurabile e numerabile che passa costantemente dal passato al futuro, al quale corrisponde il tempo oggettivo, distinguibile, frammentabile e manipolabile: il tempo della scienza e della tecnica, che prende la forma dell’orologio e rende possibile la sincronizzazione collettiva;
Kairos:è il tempo dotato di significato, costituito da episodi che hanno inizio e fine, il tempo dell’azione umana, il tempo dell’esperienza interiore, unico e irriducibile.
Inoltre, i diversi tipi di tempo permettono alla persona di agire in modo funzionale (Boschi P., Sprugnoli L., 2003):
La percezione personale del tempo è creata dal rapporto tra il tempo dell’orologio e il tempo psicologico. La percezione della durata del tempo risiede nel campo dell’esperienza soggettiva ed è influenzata dal (De Luca K., Spalletta E., 2011):
Nella società di oggi, abbiamo cambiato il nostro modo di vivere e viviamo nuovi ritmi di vita.
La dimensione di velocità è al centro di quella che si può denominare la cultura temporale: diffusione in un certo contesto sociale di atteggiamenti e/o comportamenti condivisi, riguardanti in primo luogo le concezioni e rappresentazioni del tempo, ivi compresi gli orientamenti verso il passato-presente-futuro, e inoltre le esperienze tipiche della temporalità realizzate dagli attori in questione (Gasparini G., 1990). Sembra esserci una netta tendenza a mangiare più in fretta, dormire meno, parlare meno con i familiari rispetto a quanto facevano i nostri antenati (Rosa H., 2015).
L’uomo nella società contemporanea si sente pesantemente sotto pressione e si lamenta davvero della scarsità del tempo. La pressione derivante dal mondo esterno e la sensazione di avere troppe cose da fare, in troppo poco tempo,è un importante ostacolo alla gestione dello stress della vita quotidiana, oltre che una fonte stessa di ulteriore stress.
Il tempo della società di oggi ha una tripla accelerazione (Tropiano M. G., 2017):
1. Accelerazione tecnica: si pensi all’innovazione nei trasporti, nella comunicazione e nella produzione. L’evoluzione della tecnologia e della società fa si che non siamo più padroni del nostro tempo. Con l’avvento delle nuove tecnologie è apparso un nuovo modo di vivere il tempo: modo immediato, istantaneo e urgente. Benché lo sviluppo scientifico e tecnologico abbia facilitato la vita, non ha influito in maniera produttiva sul tempo libero: il suo andamento infatti è inversamente proporzionale alla quantità di tempo a disposizione (De Luca K., Spalletta E., 2011). Molte delle tecnologie che usiamo oggi potevano farci ben sperare di avere molto più tempo a disposizione: ad esempio scrivere al computer è molto più veloce che battere la macchina, cercare un informazione su internet è più rapido che andare a fare la ricerca in biblioteca, ecc.. All’accelerazione tecnologica dovrebbe quindi logicamente accompagnarsi un aumento del tempo libero, che a sua volta dovrebbe far rallentare il ritmo della vita o almeno eliminare o alleviare la carestia del tempo dal momento che l’accelerazione tecnologica significa impiegare meno tempo per un determinato compito. Il tempo, quindi, dovrebbe abbondare invece, al contrario,nella società moderna il tempo diventa qualcosa di sempre più scarso(Rosa H., 2015). Si ha la sensazione che tutto quanto scorre troppo velocemente; gli impegni si sovrappongono e non si riesce a dare la priorità a ciò che effettivamente è una priorità (De Luca K., Spalletta E., 2011).;
2. Accelerazione del cambiamento sociale: basti pensare al mutamento delle istituzioni sociali, alla famiglia, al lavoro. Il lavoro, sempre di più, oltre a costituire una necessità per vivere, è divenuto un modo per affermarsi nel sociale e per sentirsi riconosciuti e apprezzati, al punto che l’identità lavorativa è diventata un aspetto fondamentale dell’identità personale e spesso anziché lavorare per vivere si vive per lavorare(De Luca K., Spalletta E., 2011);
3. Accelerazione del ritmo di vita:è una delle cause della mal gestione del tempo che a sua volta si può manifestare attraverso la tendenza a procrastinare, cioè rimandare all’infinito un’attività che si pensa fare; la costante sensazione di svogliatezza e affaticamento; una grande quantità di tempo speso in attività improduttive; difficoltà nel rispettare le scadenze e tendenza a svolgere tutte le attività con fretta; non riuscire a dedicarsi a qualcosa che ci rilassa e ci fa bene come un hobby, dell’attività fisica o del tempo passato con le persone che contano (Giusti E., 1994).
Il tempo è una dimensione fondamentale della nostra vita, che possiamo scegliere di gestire in modi diversi.
Esistono diverse strategie volte a migliorare il nostro rapporto con il tempo e che, quindi contribuiscono al successo della vita personale e professionale, come ad esempio (Tropiano M. G., 2017):
Il tempo è la nostra risorsa più importante e, se non sappiamo gestirla, non possiamo essere efficaci. Il tempo è una grande ricchezza, la stessa per tutti: ricchi e poveri, giovani e anziani, donne e uomini, bambini e adulti ma, è anche una risorsa limitata, per cui è importante (De Luca K., Spalletta E., 2011):
1. Apprendere la consapevolezza delle proprie abitudini e dell’utilizzo del tempo; è importante conoscere il proprio comportamento, cercando di potenziare e sfruttare i propri punti di forza; ogni persona ha punti di forza e limiti, difficoltà nel proprio rapporto con il tempo:
2. Scegliere attività che siano adatte al nostro stile: migliorare il proprio rapporto con il tempo non ha solo a che fare con la misurazione del tempo oggettivo, ma anche con il modo in cui si vivono gli impegni quotidiani, poiché ciascuno di noi possiede uno stile temporale unico e irripetibile (De Luca K., Spalletta E., 2011). Uno stile sano ed equilibrato è una combinazione di scelte e abitudini derivanti da numerosi fattori biopsicosociali e dagli sforzi che la persona compie per modificare alcuni aspetti di sé e l'organizzazione della propria vita (Giusti E., Di Fazio T., 2008);
3. Adottare una gestione personalizzata: è una costruzione costante di un piano di miglioramento continuo che aiuta a essere padroni del proprio tempo e a soddisfare le proprie esigenze (Gambirasio G., 2007).
E’ importante riflettere su come organizzare al meglio il proprio tempo per trovare e mettere in pratica strumenti e accorgimenti che possono, da un lato semplificare e ridurre all’essenziale, e dall’altro farci ritrovare piacevolezza e concentrazione in quello che facciamo compresi i compiti più gravosi, essere quindi sia efficienti sia efficaci.
Nella pianificazione della propria giornata è utile prevedere (De Luca K., Spalletta E., 2011) :
Organizzazione delle proprie attività si articola attraverso diverse azioni.
La pianificazione personalizzata del tempo può consistere nel (De Luca K., Spalletta E., 2011):
1. Pianificare l’agenda: è una memoria delle attività quotidiane che permette di programmare il tempo, di operare con ordine e autodisciplina. Contiene l’elenco delle attività, le priorità, il tempo che occorre per portare a termine un lavoro, gli obiettivi che si vogliono raggiungere. È la mappa personale della globalità delle azioni a breve, media e lunga scadenza. È uno strumento operativo in quanto finalizzata all’azione ed è anche un modo per esprimere se stessi e il proprio stile di vita, in quanto consente di (Seiwert L.J., 1996):
2. Stabilire le priorità: significa organizzare la propria vita, chiarire i valori, ricordare cosa è importante e cosa è meglio rimandare o addirittura lasciar andare. Le nostre priorità devono essere sempre in sintonia con i nostri obiettivi, che devono essere come un faro che illumina e ispira la nostra strada;
3. Imparare a gestire imprevisti: imprevisto è una situazione non pianificata, che da un momento all’altro stravolge i propri equilibri. È fondamentale:
4. Imparare l’arte della delega: la delega consiste nell’assegnare delle responsabilità ad un altro, autorizzandolo a prendere iniziative e decisioni in un determinato ambito.
È utile ricorrere alla delega quando (Gambirasio G. 2007):
5. Imparare a gestire le interruzioni: dobbiamo solamente lasciare lo spazio nella nostra agenda per la loro gestione ed imparare a gestirli proattivamente invece che subire come una sorta di uragano che ci fa girare vorticosamente nel vuoto
6. Imparare a dire NO: imparare dire di no non significa diventare egoisti o indifferenti agli altri, ma saper porre dei limiti equilibrati alle pretese che le persone hanno nei tuoi confronti. Amare non significa assecondare, e per questo è importante imparare a dire di no, perchè a volte c'è più amore in un “no” che in un “si”.
7. Trovare il tempo per se stessi: il tempo per sé è lo spazio che ognuno concede a se stesso; è soggettivo e dipende dal sesso, dalla cultura, dall’età e dal tipo di lavoro. sono molte le attività che ognuno può “donare” a se stesso: semplicemente stare (senza fare), passeggiare, meditare, leggere, ascoltare la musica, curare le relazioni umane, la propria persona, ecc.;
8. Cercare un equilibrio tra privato e professionale: è necessario adottare alcuni accorgimenti che semplificano l’esistenza, utilizzando metodi adatti all’organizzazione personale per conciliare in maniera efficace la vita professionale e quella privata per non arrivare a vivere per lavorare bensì lavorare per vivere. L’obiettivo è quello di acquisire una maggiore consapevolezza su come trovare il proprio equilibrio tra privato e professionale partendo dall’individualizzazione di quali aspetti della vita sono importanti e quanto tempo viene dedicato a se stessi.
In tutto ciò e importante tener conto di (James J., 2002):
1. Chiarezza degli obiettivi: si inizia bene un compito solo quando si ha in mente in maniera chiara l'obiettivo finale;
2. Focalizzarsi su un compito per volta: il cervello lavoro meglio quando svolge una sola attività. Suddividere l'attenzione tra più compiti crea sovraccarichi dovuti alla necessità di sovrapporre contemporaneamente diverse istruzioni a diversi livelli emozionali. È bene creare una scala di priorità tra i compiti per poi dedicare a ciascuno la dovuta attenzione;
3. Rimanere nel qui ed ora:la nostra mente è costantemente nelle tre dimensioni di passato, presente e futuro, e paradossalmente trascorre meno tempo proprio nel presente, che rappresenta invece la sfera temporale sulla quale la focalizzazione garantisce maggiore produttività. Rimanere nel presente aumenta la chiarezza e la rapidità del pensiero. È bene pensare a passato o futuro solo dopo che il compito è stato svolto;
4. Allenare il cervello: il cervello è come uno muscolo che ha continuo bisogno di stimoli per creare e mantenere connessioni neuronali. Risolvere quiz, parole crociate, cercare in generale nuovi stimoli, sono tutte attività che impediscono al cervello di arrugginire;
5. Migliorare la memoria: il processo di apprendimento stimola sia la memoria a breve termine che quella a lungo termine:
6. Concedersi pause: è consigliabile applicarsi a un compito per 20-30 minuti di alta efficienza per volta, tra i quali concedersi brevi pause da effettuare lontani dalla propria postazione.
Il tempo è una risorsa indispensabile, insostituibile ma è anche finita. A differenza di altre risorse non può essere accumulato, ne possiamo solo migliorare o peggiorare l'esperienza, il vissuto.
É uguale per tutti, ma non tutti, alla fine, hanno lo stesso tempo a disposizione perché ciascuna vita ha una propria durata. Considerando ciò è quindi utile prendere in mano la propria vita e decidere come impiegarla. Il punto è vedere cosa facciamo durante questo tempo, come lo impieghiamo, su quali attività, progetti e in che modo. Recriminare, lamentarsi, avvilirsi NON SERVE A NIENTE.
“Non è la durata della vita che conta ma l'uso che se ne fa; e cosi non importa quanto a lungo si viva ma quanto bene si viva: non sono gli anni, e nemmeno i giorni, a farci vivere a lungo ma l'animo” (Borgna E, 2015).
Ewa Jagiela. Psicologa ad indirizzo in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi. Svolgo attività di Ricerca e Formazione. Sono Coordinatore dell’Insegnamento di Riabilitazione in Area Neurologica, Docente di psicologia clinica (PSI/O8); Docente di Infermieristica Preventiva e di Comunità (MED/45) in convenzione sottoscritta tra Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata e Università degli Studi di Roma “SAPIENZA”. Il mio approccio è integrato privilegiando il modello cognitivo-comportamentale. Gli ambiti di intervento di cui mi occupo sono: consulenza in lingua madre (polacco), psicologia clinica, psicologia interculturale, psicologia del lavoro, delle organizzazioni e delle risorse umane. Socio di Aspic Psicologia, operatore del Centro d'Ascolto Psicologico (C.A.P.) con possibilità di consulenza in Polacco.
Pubblicato il 26/01/2021 alle ore 11:09
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